giovedì 19 dicembre 2013

L'habitat fa la monaca:i pifferai del capitale





Si dice che l’abito non fa il monaco ma sarebbe più giusto dire l’habitat fa la monaca. E' il caso di una nota giornalista italiana che dirige un giornale “progressista”, si professa di sinistra e
nella homepage del suo sito, oltre alle tante notizie di veline e ciarpame vario, pubblica anche (innalzando per la verità un po' i toni) le foto di Collin Farrell e Liz Taylor, i quali a qanto sembra si sarebbero innamorati l'uno dell'altra, lei ultra centenaria, lui forse quarantenne. Ciò che è certo, è che un ragazzo qualunque, pieno di buona volontà, che si innamorasse di una barbona non farebbe allo stesso modo notizia. Non ci sarebbe niente da scrivere. Non attirerebbe il pubblico di addormentati dai flauti, anzi dai megafoni dei grossi gruppi editoriali di "sinistra". E' anche possibile che il giornale sia stato spinto a pubblicare questa notizia (e non sarà stato l'unico) a causa di una nuova estetica del sublime - vedi come esempio, tra i tanti probabilmente in arrivo, il film shocking presentato recentemente a Venezia: Gerontophilia, la storia d'amore tra un ventenne e un ottantenne; ma mi viene anche il sospetto che questa giornalista, lungi dal conoscere veramente i problemi che affliggono il pianeta, le sue sofferenze, i mali di quelle zone del terzo e quarto mondo (il che significa soprattutto Africa) ancora sfruttate e tartassate dalle perenni multinazionali, faccia in realtà per i suoi lettori la parte di un analgesico approvato dal Ministero della Sanità, cioè di una addormentatrice di masse.

Un tempo si diceva che la religione è l’oppio eccetra, qualcun altro ha poi detto che è la tecnologia a essere l’oppio eccetera. Siccome questa giornalista è anche, almeno a suo dire, una femminista (e le chiederei, se davvero è una femminista, se sa dirmi quale fu uno dei gesti più eclatanti più comici e ironici di Germaine Greer, che cosa fece, lavorando all'uncinetto, la grande femminista australiana per mettere in ridicolo (questo è quello che credeva lei) i maschi e la loro incredibile ossessione priapica, e sono sicuro che non me lo saprebbe dire – e se ugualmente le chiedessi di dirmi chi furono le fondatrici di Spare Rib, l'antica rivista femminista, non mi saprebbe dire nemmeno questo, e saprei quindi più cose io sul femminismo che lei che dice di essere donna). Ma visto che si reputa una femminista, la si potrebbe tranquillamente immaginare - in questa sua veste di addormentatrice di masse - a capo di un esercito di menadi redazionali: le seguaci del dio Dioniso, tema su cui Euripide ha scritto eccetra eccetera, che è anche la sua ultima tragedia - le menadi, le baccanti, avevano preso a adorarlo dopo la sua seconda nascita, quando era rinato da una coscia di Zeus, come si legge nella parodo:

e (Zeus) lo partorì quando le parche
decisero che fosse giunto il momento, e quindi lo incoronò, questo dio dalle corna di toro,
con corone di serpenti
per cui da allora le menadi, nutrici di belve,
si cingono i capelli con la loro preda

cioè i serpenti, uno dei simboli del loro dio.

Una tragedia che il religioso pubblico ateniese quando la vide rappresentata per la prima volta - nel 404 mi pare (Euripide era già morto da un paio d'anni) - dovette seguire con solenne apprensione, mentre un lettore moderno la guarderebbe forse più come una commedia, e io stesso, ogni volta che mi capita di rileggerla, la vedo come una commedia: l’immagine di Bacco – o Dioniso – alle prese con Penteo, principe di Tebe, che non vuol riconoscerne la sua divinità (anticipazione dei rapporti Giudaismo/Cristianesimo). E attaccano a un certo punto, Dioniso e Penteo (i quali sarebbero pure cugini), un battibecco assolutamente esilarante, mentre a poco a poco i toni di Dioniso iniziano a farsi sottilmente minacciosi, e hanno in affetti un che di inquietante, almeno per il pubblico o il lettore che sa che quello è Dioniso, e ci vede veramente qualcosa di ferino, di bestiale: ne avverte la montante ferocia dello sguardo divino. Penteo non si accorge in realtà di parlare con Dioniso, pensa di discutere con uno dei suoi seguaci, lo fa anche arrestare. Verrebbe in mente un film horror. Il finale insomma è abbastanza prevedibile, il povero Penteo, che sarebbe un moderno non credente – o non credente nelle nuove sempre antiche divinità – viene alla fine letteralmente sbranato, dilaniato da questo esercito di menadi insaziabili. Di queste donne ormai uscite di senno per l'affronto fatto al loro dio.

Ci sarebbe quindi da chiedersi chi è che stanno sbranando le moderne menadi seguaci di cosa?

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